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Essere fluido: cosa significa e come comportarsi ?

Secondo un recente sondaggio in Europa  gli adolescenti che dicono di avere “un’identità sessuale fluida” sono  tra il 20 e il 30 per cento.

Il termine “Fluidità Sessuale” è stato coniato nel 2008 dalla Psicologa Americana Luisa Diamond per evidenziare come l’orientamento sessuale (eterosessualitàomosessualità, bisessualità, asessualità, pansessualità) possa essere flessibile, sia cioè una variabile che può subire modificazioni. Il concetto si è poi esteso anche alla identità sessuale stessa che è un processo in continuo divenire e che comprende sesso biologico, identità di genere, ruolo di genere, orientamento sessuale ed orientamento affettivo.

Come tutto questo si riflette in adolescenza?

L’adolescenza è un’età di crisi, gli adolescenti sono “alla ricerca della loro identità” e di questa identità quella sessuale (sia come identità di genere che come orientamento sessuale) è una parte importante, anzi importantissima. Non sorprende quindi che il sesso sia un naturale terreno di prova e di scontro, un terreno cioè dove ricercarsi, affermarsi, differenziarsi.

In adolescenza non si dovrebbe parlare di “omosessualità” ma di esperienze omosessuali, così come un certo disagio nel proprio essere maschio o femmina sarebbe da inserire nella faticosa ricerca della propria individualità piuttosto che collocarla subito sotto un’etichetta (anche se questa è alla moda e fortemente alternativa).

L’acquisizione dell’identità sessuale è un processo  articolato che passa attraverso un gioco di identificazioni e contro-identificazioni sia a livello familiare che sociale. Partendo dalla percezione di pulsioni e desideri (che non sono lineari) ci si apre all’altro, ad un universo estraneo e sconosciuto. Tutto questo può essere fortemente ansiogeno e destabilizzante.

È necessario allora essere consapevoli ed accettare  questa ricerca di sè e se necessario essere supportati nel farlo, sia in qualità di attore stesso di tale ricerca che in qualità di genitore.